La pianta della Juta
La iuta, conosciuta anche come juta o corcoro, è una fibra tessile vegetale ricavata dal fusto del Eorchorus ccipsu/ciris, una pianta erbacea annuale della famiglia delle tigliacee. Ouesta pianta, che può raggiungere i 3-4 metri di altezza, ha un fusto grande pochi centimetri e grosse foglie ovali.
Da secoli è coltivata nelle regioni a clima caldo e umido del sub-continente indiano – soprattutto Bangladesh e Pakistan – della Cina e dell’Asia sudorientale.
La varietà più pregiata è comunque quella indiana. La iuta è una delle fibre naturali più economiche, ed è seconda solo al cotone per quantità prodotta e per diversificazione degli usi.
La lavorazione
Proprio come avviene per la produzione di altre fibre tessili vegetali come il lino e la canapa, i fusti della pianta della iuta, giunti a maturazione, vengono tagliati e messi in ammollo nell’acqua. Dopo circa tre settimane, la corteccia macerata è staccata e lavata, fatta asciugare e assemblata in balle pronte per la vendita.
l colore della filaccia può variare dal bianco-giallo delle qualità più pregiate al bruno di quelle più scadenti.
L’interno legnoso del fusto, invece, viene impiegato per costruire recinzioni provvisorie e come materiale combustibile. La iuta è una fibra molto resistente all’usura. È inoltre biodegradabile al 100% e inattaccabile da funghi e muffe.
Il commercio della iuta iniziò alla fine del 1700: a quell’epoca la fibra serviva principalmente per la produzione di corde per vele e per l’attracco di barche e navi, solo in seguito trovò impiego anche come materia prima per la tessitura. Oggi, il 75% della produzione annuale di iuta è destinato alla fabbricazione di sacchi per il confezionamento di cereali, caffé, cacao e riso; il restante 25% è invece utilizzato per la lavorazione di tappeti e per il tessile (cuscini, tende, carte da parati).